Essa, infatti, viene costruita communitatis expensis e, in particolare, dalle famiglie più ricche, a ciascuna delle quali l’Università assegna la costruzione di un altare con sepoltura privata. L’impianto iniziale era a navata unica e transetto, con l’ingresso dall’attuale Cappella del Cuore di Gesù. Rifatta nel 1763, con facciata in stile barocco è stata ulteriormente rinnovata nel 1930. Fu ampliata nel 1700 in funzione di un notevole aumento della popolazione, a tre navate con pianta a croce latina. Quella centrale è coperta da un solaio piano in stucco a cassettoni, mentre le laterali hanno volte a tutto sesto, sottolineate da cornici in stucco; sul transetto s’innalza una cupola centrale con intradosso a cassettoni e due cupole laterali minori, tutte terminanti in una lanterna. L’estradosso delle cupole e della cuspide del campanile era coperto da piastrelle maiolicate gialle, verdi e azzurre che, nel 1947, vennero sostituite con lastre di piombo ed oggi riportate allo stato originario. L’edificio conserva l’antico campanile a pianta quadrata che termina ad ottagono con cuspide piramidale ed è affiancato dalla torre dell’orologio. L’interno custodisce intagli lignei del XVIII secolo e tre altari in marmi policromi e un organo intagliato e dorato con cantoria del 1751.
Chiesa del SS. Sacramento
All’altezza della Fontana dei Morti, una strada in salita conduce all’edificio, già chiesa dei Morti. Essa sorge, nel luogo ove era situata l’antica chiesa di Santa Maria de’ Rivonigro, cuore del primitivo nucleo abitato scomparso nella prima metà del 1300. In origine l’edificio aveva una sola navata e nel 1794 venne ampliato con l’aggiunta di una navata laterale. Nel 1826 in sostituzione di quello piccolo preesistente la chiesa fu completata con un campanile a pianta quadrata. Il terremoto del 1851 fece crollare l’attuale navata del SS. Sacramento e, tra il 1857 ed il 1879, con la ricostruzione della stessa, la chiesa venne arricchita con altari dedicati al SS Sacramento, all’Addolorata, a San Francesco de Paola ed al Crocifisso. Nella Sacrestia è conservata una tela del XVI secolo, “la Madonna col Bambino e San Giovannino”di Luca Giordano. La facciata esterna è movimentata da lesene, cornicioni e cornici.
La Chiesa di Sant’Antonio Abate
A nord dell’abitato si trova l’antica chiesetta di Sant’Antonio Abate, con la primitiva ossatura gotica. Le sue origini sono ignote, si presume essere stata edificata nella prima metà del XIII secolo, dai monaci Benedettini di Monticchio. L’interno, a una navata coperta da tre piccole campate, con volte affrescate con pitture semplici e figure di santi, termina con un arco ad ogiva sotto di cui si trova il tabernacolo della “Madonna del Carmine”, protettrice della città. Vi si conservano alcune buone tele del XVIII secolo. La costruzione mantiene lo schema gotico, anche dopo i restauri avuti dopo i terremoti degli anni 1316, 1651, 1851. All’esterno il portale della facciata è racchiuso da un’arcata con arco a sesto acuto e questa, divisa da un cornicione, è sormontata da una torre campanaria quadrangolare, in parte demolita. All’esterno una lapide ricorda l’incontro avvenuto in quel luogo, il 1° aprile del 1502 fra Ludovico d’Armagnac, duca di Nemours e Consalvo Fernandez di Cordova, supremi comandanti degli eserciti francese e spagnolo, per la spartizione del territorio italiano.
La Chiesa di San Nicola alla Costa
Il 12 maggio 1771 il Vescovo Monsignor De Vicaris nel corso della sua Santa Visita a Rionero, consacra solennemente la chiesa e l’unico altare ivi esistente. Tre anni dopo viene elevata a parrocchia, rimanendo sempre di proprietà della famiglia De Martinis, finché nel 1830 divenuta angusta a contenere l’accresciuto popolo cede, il detto titolo alla Chiesa dell’Annunziata.
La Chiesa dell’Annunziata
E’ a una sola navata, coperta da tre volte molto semplici e divisa da arcate a tutto sesto. Sorge nell’omonimo rione e sembra risalire al 1700. Infatti, la prima citazione della chiesa compare negli Atti Visitalidel 1759. Costruita in omaggio alla Beata Vergine dell’Annunziata, essa nasce come oratorio privato, appartenente ad una delle famiglie più ricche di Rionero, quella di Marc’Antonio di Silvio. Venne quasi completamente distrutta dal sisma del 1851 fu ricostruita ed ampliata; si aggiunsero all’altare maggiore quello di S. Antonio, dell’Addolorata, e della Madonna del Buon Consiglio.
La Chiesa di San Pasquale
Un altro oratorio privato di notevoli dimensioni, appartenente alla famiglia Corona, al rione dei morti. Costruito fin dal 1773, viene aperto ai fedeli come cappella rurale nel 1796, con la rinuncia al Confugio. Nel 1923 la Chiesa, con l’adiacente palazzo, passa all’Opera Nazionale che vi stabilisce l’Asilo Laboratorio Antonia Fortunato Rapolla.
Chiesa Madonna della Misericordia
La chiesa è stata solennemente consacrata, dal Vescovo della Diocesi Mons. Vincenzo Cozzi il 24 giugno del 1995.
La Chiesa della Madonna di Laudato
A pochi chilometri da Rionero si può visitare la chiesetta, meta annuale di pellegrinaggi a partire dal lunedì in Albis. Ad essa, Santa Maria in Angiis, secondo G. Fortunato, si riferisce un documento del 2 luglio del 1294 in cui Re Carlo ordina al castellano di Lagopesole di permettere al Vescovo di Rapolla l’esenzione del terraggio nel tenimento della Chiesa. La struttura, ad una navata, con dipinto della Vergine sopra l’altare, è ombreggiata da un grande tiglio divenuto quasi “sacro” nella devozione popolare. Vuole, infatti, la leggenda che la Madonna sia apparsa proprio su quell’albero ad un contadino che stava per tagliarlo.